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ALTRI ANIMALI: ANNO SELEZIONATO 2015
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ALTRI ANIMALI |
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UMANITA' |
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Tchimpounga Chimpanzee
Rehabilitation Center, Republic of Congo
Notizie dal campo: Isabelle, scimpanzé del mese!
Isabelle è giunta al nostro santuario in Congo attraverso un
militare di Dolisie, che l’aveva acquistata ad un mercato di
carne verso il 2006-2007. A quel tempo non sapeva che fosse
illegale il commercio di scimpanzé e portò l’animale a casa sua
a Pointe Noire, tenendolo nel cortile retrostante. Davvero non
immaginava quanto complesso fosse tenere un giovane scimpanzé
come animale domestico. Isabelle creò un bel po’ di scompiglio
nel cortile di famiglia e il suo gioco preferito, ad esempio,
era terrorizzare le galline con le quali condivideva il cortile.
Da Tchimpounga Fernando Turmo, insieme a Debby Cox, ci
raccontano che nel 2008, alla morte del suo proprietario, la
moglie, realizzando che non fosse possibile occuparsi oltre di
Isabelle, contattò le autorità preposte chiedendo loro di
prendere lo scimpanzé. Tutto questo accadeva prima dell’avvio
della campagna di sensibilizzazione condotta in Congo dal Jane
Goodall Institute e prima che le autorità locali avviassero i
loro intensi programmi per ridurre il possesso illegale di
specie protette. La famiglia fu fortunata perché le autorità
furono indulgenti verso di loro e contattarono il nostro staff a
Tchimpounga chiedendo se potessero occuparsene. Giunti sul posto
lo staff trovò una giovane scimpanzé molto spaventata e confusa.
Ma lo staff del Jane Goodall Institute è molto esperto nel
prendersi cura di scimpanzé e dopo non molto Isabelle si affidò
a Jean Amie, uno dei nostri operatori chiave dell’area dei
piccoli appena confiscati.
Dopo un periodo di quarantena iniziale Isabelle fu pian piano
integrata nel gruppo dei più giovani. Isabelle è uno scimpanzé
che lo staff reputa speciale e tratta come un umano. Nel sistema
del credo culturale del sud Congo si ritiene che alla morte
l’uomo possa trasformarsi in scimpanzé. Molti dello staff
credono che Isabelle sia proprio uno di quelli scimpanzé. È
intelligente e comunicativa e per le sue capacità nel
socializzare la scegliemmo per vivere con Podive, mentre egli
guariva da una malattia che lo aveva tenuto a lungo isolato da
altri simili. Non lasciamo mai uno scimpanzé vivere in
solitudine e lo staff decise che Isabelle sarebbe stata la
compagnia più adatta per Podive. Così è stato per due anni.
Ora Isabelle ha avuto l’opportunità di essere rilasciata
nell’isola Tchibebe, dove vive con altri scimpanzé. Ancora una
volta grazie alle sue eccellenti capacità nel socializzare e le
sue maniere intelligenti lo staff sentiva che si sarebbe
adattata all’interno di un nuovo gruppo e avrebbe provveduto a
mantenere la stabilità al suo interno anche dopo l’inserimento
di altre femmine. Come atteso, Isabelle si è adattata
perfettamente al nuovo ambiente dell’isola e alla nuova
comunità. Va d’accordo con tutti e con la sua intelligenza e
capacità sociali potrà ben divenire una femmina leader della sua
comunità.
http://www.iucnredlist.org/details/39853/0
http://www.theguardian.com/science/2015/nov/26/bright-orange-monkey-born-at-sydneys-taronga-zoo-a-rare-francois-langur
http://www.ctvnews.ca/sci-tech/rare-bright-orange-monkey-born-at-australian-zoo-1.2675197
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Il raro entello Langur di
Francois
E’ venuto alla luce da poche settimane un piccolo di raro
entello, il langur di Francois (Trachypithecus francoisi), allo
zoo Toronga di Sidney, in Australia. Si tratta di una specie
minacciata di estinzione, in natura ne restano circa solo 800
nel sud della Cina e nel nord del Vietnam. L’Unione
Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) spiega
che la popolazione di Langur di Francois rischia di estinguersi
poiché negli ultimi 36 anni (tre generazioni) si è ridotta di
almeno il 50% a causa soprattutto della distruzione del suo
habitat e della caccia. La caccia in Vietnam avviene
principalmente per farne medicine tradizionali, a volte è
mangiato come selvaggina. L’isolamento delle popolazioni del
Langur di Francois dovuto alla frammentazione del suo habitat
naturale distrutto per fare coltivazioni agricole o carbone è
un’altra delle cause che minacciano la vitalità genetica delle
piccole popolazioni sparse in Vietnam. Benché protetta, la
specie è soggetta a traffico illegale, trasportata e
commercializzata in Cina dal Vietnam per preparare un cosiddetto
“vino di scimmia nera”. Da adulti questi entelli hanno un manto
nero lucidissimo con alcuni ciuffi bianchi o gialli. Sulla testa
hanno una cresta molto caratteristica. Sono scimmie diurne che
si spostano sia sugli alberi che sul terreno. Emettono
vocalizzazioni specifiche, come quelle dei piccoli durante il
gioco o il richiamo per definire il proprio territorio. Per la
notte si ripara nelle grotte lungo rupi carsiche, alcuni gruppi
di Lamur di Francois usano quattro diversi tipi di grotte in
base alle condizioni meteo e alla disponibilità di cibo.
http://www.iucnredlist.org/details/39853/0
http://www.theguardian.com/science/2015/nov/26/bright-orange-monkey-born-at-sydneys-taronga-zoo-a-rare-francois-langur
http://www.ctvnews.ca/sci-tech/rare-bright-orange-monkey-born-at-australian-zoo-1.2675197
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Guardando all’orso polare:
minacciato dallo scioglimento dei ghiacci
Il JGI Italia sostiene la campagna che pone l’attenzione
sull’Orso polare (Ursus maritimus) chiedendo con World Heritage
International l’aggiornamento nella lista CITES (Convenzione
Internazionale contro il traffico illegale delle specie) di
questa specie, in particolare l’inserimento in Appendice I. Ogni
tre anni la commissione CITES riunisce una Conferenza delle
Parti per rivedere lo stato di conservazione e fare il punto
sulla illegalità dei traffici commerciali , per la protezione di
fauna e flora internazionali. L’orso polare, come gli altri
orsi, fu incluso nel 1975 nella Appendice II della CITES, tra
quelle specie (il 96% di tutte quelle listate dalla Convenzione)
che non sono necessariamente minacciate di estinzione ma
potrebbero divenirlo in un tempo relativamente breve, se il loro
commercio non è strettamente regolamentato. Si calcolano
20.000-25.000 orsi tra Canada, Norvegia, Circa 400-500 orsi
polari vengono cacciati ogni anno per la pelliccia e per trofeo.
La sostenibilità biologica dell’orso polare e il suo commercio
sono oggi dibattuti soprattutto a causa dell’impatto che i
cambiamenti climatici hanno sul ghiaccio polare, che costituisce
l’habitat di questo orso. Le ONG, guidate da World Heritage
International chiedono che la prossima commissione CITES, che si
riunirà nel 2016, inserisca l’orso polare nella Appendice I.
Meno del 3% delle specie listate dalla CITES sono incluse nella
Appendice I delle specie minacciate di estinzione, proibendone
essenzialmente il commercio/traffico.
www.whint.org
https://cites.org/eng/news/sg/2013/20131204_polar-bear.php
https://www.cites.org/eng/cop/16/prop/E-CoP16-Prop-03.pdf
https://www.ec.gc.ca/nature/default.asp?lang=En&n=A997D1CC-1
http://www.polarbearsinternational.org/about-polar-bears/faqs#what
http://www.iucn.org/knowledge/news/?8494/Action-now-to-save-polar-bears
https://www.change.org/p/the-canadian-government-stop-the-legal-slaughter-of-polar-bears-by-trophy-hunters
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La vita a Tchimpounga
Notizie dal Santuario JGI in Congo
In condizioni normali l’interazione tra staff e scimpanzé adulti
avviene attraverso “contatti protetti”, quindi con l’uso di
recinzioni o barriere, che permettono la gestione degli animali
nella più totale sicurezza per entrambi. Solo in determinate
circostanze è necessario un “contatto non protetto”, senza
barriere o recinzioni fra l’esemplare e l’uomo. Gestire degli
scimpanzé in un santuario come Tchimpounga, con 155 individui,
non è poi così semplice. Ogni considerazione ed ogni sforzo
fatti sono proiettati a garantir in primo luogo la sicurezza
degli animali e dello staff. Coloro che lavorano con gli
scimpanzé a Tchimpounga hanno un ruolo fondamentale nel loro
sviluppo e vengono considerati parte della famiglia del Centro.
La struttura è accuratamente predisposta per permettere agli
scimpanzé di crescere in un ambiente il più “naturale”
possibile. Lo staff è adeguatamente formato e i guardiani
lavorano sempre in squadra. Come tali, non mettono mai a rischio
né loro né gli scimpanzé, ed è per questo che in alcune pratiche
standard, in determinate circostanze, gli viene consentito di
interagire con gli animali senza alcuna protezione...
Leggi l'articolo completo.
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Giornata Internazionale per
la tutela del RINOCERONTE
La distruzione del loro habitat e le uccisioni per il traffico
illegale del loro corno stanno portando i rinoceronti
all’estinzione. Cogliamo l’occasione e in questa giornata
internazionale informiamoci e sensibilizziamo i cittadini e gli
studenti sulla barbarie di questo traffico e la necessità di
impegnarci per la sopravvivenza del rinoceronte. Tutti possiamo
fare qualcosa per salvare le specie in pericolo.
ASCOLTA IL VIDEOMESSAGGIO DI JANE GOODALL.

Elefanti e Rinoceronti hanno
bisogno di TE
VIDEO MESSAGGIO TRADOTTO qui di seguito
Gli elefanti ed i rinoceronti hanno bisogno di te. Lo saprai
sicuramente, il bracconaggio sta aumentando esponenzialmente. In
Africa, elefanti e rinoceronti vengono uccisi ogni giorno,
semplicemente per le loro zanne ed i loro corni. Se non fermiamo
immediatamente questo processo, diventeranno presto specie
estinte. Il 3 Ottobre tutti coloro che hanno a cuore questo
argomento, dai più giovani ai più anziani, scenderanno in piazza
e nelle strade a camminare in una marcia di solidarietà per
mostrare il loro sdegno per questo massacro. Il 12 Agosto è
stata la giornata mondiale degli Elefanti, il 22 Settembre
quella dei Rinoceronti. Ho personalmente condiviso commenti e
post per celebrare queste giornate e potete trovarli sul mio
blog:
www.janegoodall.org/category/blog-category/-road-jane.
I Rinoceronti, sia in Africa che in Asia, hanno bisogno di
aiuto. Insieme alla continua riduzione del loro habitat, la
caccia ed il commercio illegale dei loro corni li sta portando
sempre più vicini all’estinzione. I Rangers che lavorano sul
campo rischiano la loro vita ogni giorno per la protezione e
conservazione degli animali, ma quando vengono coinvolte cifre
di denaro significativamente alte, le organizzazioni criminali
internazionali scendono in campo con elicotteri e altri
armamenti coi quali è difficile competere. In realtà, molti
ranger perdono la loro vita. È di fondamentale importanza
supportare i tentativi per educare le popolazioni locali, che
vivono in quei territori. Ed è di fondamentale importanza
impegnarsi nel tentativo di eliminare del tutto la richiesta di
corno di Rinoceronte, specialmente in Vietnam, dove lo usano per
scopi medicinali, ovviamente non corretti. Fortunatamente però,
sempre più persone si stanno accorgendo di questa terribile
situazione. Ci sono tantissime organizzazioni in tutto il mondo
che si impegnano nella protezione dei rinoceronti, supportando
il lavoro sul campo, raccogliendo fondi, incrementando la
divulgazione. Spero che riuscirai a fare il tuo meglio per
contribuire. Non ho mai visto rinoceronti in Asia, ma ho
trascorso molte ore osservando sia il rinoceronte bianco che
quello nero in Africa. Sono parte del paesaggio Africano, e
sarebbe una vera e propria tragedia permettere la loro
estinzione.
Un'altra cosa che può sembrare strana è che le persone pensano
che i rinoceronti siano stupidi e sgraziati. Questo non è vero
assolutamente! Lo può dimostrare il seguente episodio. Ero con
il Dr. Leaky e gli altri, durante il mio primo safari in Africa,
eravamo diretti verso la ormai famosa Olduvai Gorge. A quel
tempo non era stato trovato ancora nessuno dei famosi fossili di
ominidi, nessuno sapeva di quel posto, era completamente
selvaggio, l’incontaminata Africa. Un rinoceronte, chiamato
Gertrude dal Dr. Leaky, stava sempre vicino, abituato a stare al
solito posto. Era una femmina, ed andava pazza per l’ananas!
Quindi un giorno ci fermammo, lasciammo un po’ di ananas a terra
e restammo ad osservare da una certa distanza: riuscì ad
avvicinarsi per gustare il suo raro e delizioso premio!
Se vuoi farti veramente affascinare, clicca su Google “Mechi the
painting rhino” e guarda il primo post. Recentemente ho avuto
l’occasione di visitare un cucciolo di Rinoceronte bianco nato
nel Lion country Safari negli Stati Uniti. Mentre osservavamo la
madre col cucciolo, due esemplari adulti si avvicinarono per
capire cosa stesse succedendo. Sono animali molto curiosi!
Se puoi, prova a partecipare alla marcia più vicina a te. (http://www.march4elephantsandrhinos.org/2015-cities.html)
Nel caso in cui non fosse stata organizzata nessuna marcia
vicino alla tua zona, puoi creare tu stesso un evento, anche se
piccolo. Coinvolgi un gruppo di amici, e mostra un cartello od
uno striscione. Ci saranno sicuramente molte informazioni a
riguardo, scopri di più sull’orribile situazione che sta andando
avanti e divulga il messaggio il più possibile. Puoi usare
Facebook, Twitter ed altri social media, sono strumenti
potentissimi. NON possiamo permettere la loro estinzione senza
nemmeno un piccolo sforzo per aiutarli. Se potessi partecipare
ad uno dei vari eventi intorno al mondo, lo farei sicuramente.
Sarò con te con lo spirito, e ti ringrazio.
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Arrestato in Guinea uno dei maggiori trafficanti di antropomorfe
Il Partenariato internazionale per la Sopravvivenza delle Grandi
Scimmie (GRASP) accoglie con soddisfazione il recente arresto
del precedente direttore del settore wildlife della Guinea che
si ritiene responsabile di aver giocato un ruolo chiave
nell’esportazione illegale di centinaia di scimpanzé e altri
animali selvatici provenienti dall’Africa occidentale a partire
dal 2008.
Ansoumane Doumbouya, che è stato anche rappresentante presso le
autorità della Guinea della Convenzione sul commercio
internazionale delle specie di fauna e di flora selvatiche
minacciate di estinzione (CITES), è stato arrestato il 21 agosto
in seguito ad una lunga indagine sotto copertura condotta dalla
rete EAGLE (Eco Activists for Governance and Law Enforcement),
da Guinea-Applicazione Legge sulla Fauna (GALF) e dall’ufficio
centrale (BCN) dell’Interpol. Se giudicato colpevole, Doumbouya
rischia fino a 10 anni di prigione.
Il dossier di accusa contro Doumbouya, attualmente detenuto
presso la prigione di Conakry, ha inoltre condotto all’arresto
di un altro presunto trafficante internazionale, Thierno Barry,
che si suppone di aver esportato illegalmente varie specie
protette verso l’Asia nel corso degli anni.
«Si tratta di un avvenimento capitale nella lotta contro la
corruzione e la complicità di corruzione che favorisce il
traffico illegale delle specie selvatiche,» ha dichiarato
Charlotte Houpline, presidente del progetto GALF de WARA, che ha
assistito all’operazione. «Siamo molto soddisfatti del messaggio
forte inviato dal governo guineano. Il circolo vizioso
dell’impunità è stato spezzato.»
http://www.un-grasp.org/grasp-hails-arrest-of-major-guinea-ape-trafficker/
http://www.wara-enforcement.org/.
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©JGI-EFP |
Migliorare la condizione
delle antropomorfe in cattività
con la pittura e la musica
Si può fare di più per i primati in cattività sollecitando le
loro capacità intellettive e sollevandoli, almeno in parte,
dalla noia alla quale sono costretti. La psicologa e
psicoterapeuta Mariangela Ferrero lavora con scimpanzé e altri
primati per migliorare la loro condizione attraverso la pittura
e la musica. Il poster presentato dalla dottoressa Ferrero al
congresso della European Federation for Primatology illustra la
risposta di apprezzamento nei primati in cattività alla attività
di arricchimento basata sul libero uso della pittura e della
musica all'interno delle gabbie.
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© F. Turmo |
Mambou nella foresta
Dal JGI Tchimpounga Rehabilitation Center in Congo, Fernando
Turmo ci aggiorna sul giovane Mambou che ogni mattina, con il
suo gruppo, viene rilasciato nella foresta vicina per
trascorrere l’intera giornata. Questo permette agli scimpanzé di
imparare a vivere nella foresta e prepararsi al giorno in cui li
potremo liberare definitivamente in natura. Nella foresta i
giovani scimpanzé imparano a riconoscere le varietà di piante
selvatiche di cui cibarsi, si arrampicano sugli alberi e
iniziano ad avere contatto con altri animali. Mambou è un
esemplare abbastanza carismatico, gli piace prendere
l’iniziativa e si apposta per essere il primo nel suo gruppo ad
attraversare la porta per gettarsi nella savana.
É veramente curioso vedere così tanti scimpanzé darsi addosso
cercando di uscire dalla porta tutti nello stesso istante. È una
fuga precipitosa! Una volta usciti dalla recinzione, i ragazzi
dello staff cercano di tenerli vicini per avviarsi all’ingresso
della foresta, non permettendogli di scorrazzare troppo in giro
per il territorio. Assomiglia molto alla scena di un asilo,
quando gli insegnanti cercano di tenere concentrati dei bambini
per farsi ascoltare. Come coi bambini, mantenere l’attenzione di
giovani scimpanzé è una bella sfida, specialmente quando sono
così curiosi del mondo attorno a loro! Mambou e i suoi amici
amano questa parte della giornata e giocano ad inseguirsi l’un
con l’altro, rotolandosi nella distesa erbosa in direzione della
foresta. A Mambou piace prendere spesso il comando del gruppo e
si muove molto velocemente per essere il primo ad arrivare nella
foresta. Questo suo comportamento complica il lavoro dei ragazzi
che si devono destreggiare tra il resto del gruppo che continua
a giocare durante il percorso prendendo il proprio tempo e
Mambou nella sua missione di arrivare in foresta per primo!
Pochi giorni fa, il gruppo di Mambou ha ricevuto visite
inaspettate. D’improvviso, i giovani scimpanzé hanno udito
vocalizzi di altri scimpanzé provenienti dall’interno della
foresta. Hanno riconosciuto subito che quelle voci non venivano
dal loro stesso gruppo ma appartenevano a scimpanzé selvatici.
Il santuario, infatti, è situato nella Riserva Naturale
Tchimpounga che ospita una popolazione di scimpanzé. Si spostano
abitualmente all’interno della riserva e, per un periodo, si
sono trovati proprio nella zona dove Mambou e i suoi compagni
giocano. Immediatamente Mambou è corso vicino ad un ragazzo
dello staff, seguito subito dal resto del gruppo. Tutti stretti
il più possibile a noi per sentirsi più protetti ... A questo
punto i guardiani han fatto un veloce conteggio per assicurarsi
che non mancasse nessuno e rapidamente, per sicurezza, ci siamo
incamminati verso il santuario. Mambou, ovviamente, era in testa
al gruppo!
Gli scimpanzé sono animali molto territoriali, è per questo che
gli individui di differenti gruppi tendono a non interagire fra
loro. Potrebbe essere molto pericoloso l’incontro fra due
esemplari appartenenti a gruppi diversi. Per quanto riguarda il
gruppo di giovani scimpanzé, ci occupiamo di loro con estrema
attenzione e garantendo la loro sicurezza, affinché non debbano
trovarsi a lottare per la sopravvivenza, ad esempio incontrando
un maschio adulto che vede nei giovani scimpanzé una minaccia al
suo territorio e al suo status.
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© F. Turmo |
Notizie da Tchimpounga : la
giovane Anzac
A Tchimpounga Anzac continua a crescere, non è più un cucciolo
oramai, è entrata nella fase della giovinezza e considerando i
suoi standard di crescita diventerà uno scimpanzé molto alto.
Anzac è senza un braccio; pensiamo che l’abbia perso nel periodo
in cui fu catturata dai bracconieri, quando era ancora piccola.
Ma nonostante abbia un braccio solo Anzac ha sempre dimostrato e
dimostra tutt’ora grandissime abilità nell’arrampicarsi sugli
alberi, o sulle strutture costruite apposta per gli scimpanzé
nel santuario. Inoltre, ha un appetito imparagonabile, è
continuamente affamata e mangia un sacco di frutta in più
rispetto agli altri esemplari della stessa età e dimensioni.
Questo la aiuta a crescere in ottima forma e in piena salute.
Appena Anzac vede i ragazzi dello staff avvicinarsi alle
recinzioni del suo gruppo con il latte nei biberon, si precipita
immediatamente al cancello e afferra la sua bottiglia con la
mano destra, e poi la ripone sotto ciò che rimane del braccio
sinistro. Usa il suo braccio come una morsa, così che lo
trasporta in un posto tranquillo per berlo in piena beatitudine.
Una volta finito, proverà a rubare un’altra bottiglia da
qualcuno dei suoi compagni. Questo ovviamente causa problemi,
quindi lo staff deve preoccuaprsi di tenerla sotto controllo e a
giusta distanza dagli altri, così che possano finire il loro
latte in tranquillità. Anzac non è assolutamente d’accordo su
questi provvedimenti e infatti a volte si mette a piangere
proprio come un bambino. Spesso i suoi capricci funzionano e le
viene concessa una nuova bottiglia tutta per lei!
Anzac e i suoi compagni trascorrono del tempo con La Vielle, la
nostra scimpanzé più anziana, che si comporta come una madre o
una zia premurosa per tanti cuccioli di scimpanzé. Uno dei
giochi preferiti dei più piccoli è la palla, che usano fra loro
per giocare a … “calcio”. Spesso, durante i loro giochi, la
palla colpisce la povera La Vielle. Non ne rimane troppo
frastornata ma si può innervosire, come farebbe un qualsiasi
uomo adulto se colpito per caso dalla palla dei loro bambini.
Anzac, furba, quando la palla colpisce La Vielle aspetta che la
malcapitata si sia spostata prima di recuperarla, evitando così
di essere sgridata!
Ogni giorno, eccetto quando piove, i giovani scimpanzé vengono
portati insieme ad un altro gruppo nella foresta. É estremamente
divertente ed eccitante per loro, poiché hanno molti nuovi
compagni con cui giocare e molte altre femmine più adulte che
amano giocare come sorelle maggiori con i più piccoli. Ciò
significa, anche, essere trasportati in giro.
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© F. Turmo |
Il piccolo di Golfi e la
piccola di George
al JGI Tchimpounga Rehabilitation Sanctuary in Congo
Essendo un santuario, il Jane Goodall Institute cerca di offrire
agli scimpanzé del Centro di Riabilitazione Tchimpounga un
ambiente il più naturale possibile. In natura gli scimpanzé
vivono in gruppi misti, di conseguenza anche a Tchimpounga i
gruppi includono entrambi i sessi. Ogni femmina all’interno di
questi gruppi è seguita secondo un protocollo contraccettivo per
prevenire gravidanze. I piccoli nati in cattività, infatti,
hanno basse probabilità di sopravvivere in natura, per questo il
JGI si batte per prevenire le nascite in cattività. Attraverso
l’uso di misure contraccettive, il JGI prende tutte le possibili
precauzioni contro l’accoppiamento accidentale degli scimpanzé.
Fernando Turmo ci racconta dal santuario del Jane Goodall
Institute in Congo di Golfi, rimasta incinta prima di giungere a
Tchimpounga, nel periodo in cui faceva parte di un programma di
“rilascio in libertà” di un’altra associazione. In quel periodo
Golfi non ricevette tutte le misure contraccettive del caso e
rimase incinta. Trasferita a Tchimpounga, Golfi ha dato da poco
alla luce un piccolo e vive sull’isola di Tchibebe insieme agli
altri scimpanzé sotto la protezione del JGI. Subito dopo la
nascita, madre e figlio furono inseriti in un gruppo più
piccolo, per favorire il loro adattamento il più tranquillamente
possibile. Il cucciolo è stato chiamato “Guy” da un ragazzo
dello staff che si è preso cura di Golfi per molti anni. Guy è
in ottima forma e Golfi sta dimostrando di essere un’ottima
madre.
Una seconda nascita inaspettata si è avuta da “George”, una
femmina di mandrillo che sarà rilasciata in natura nei prossimi
mesi. George ha dato alla luce una piccola alcuni mesi fa ed è
la seconda fra le nostre femmine di mandrillo ad aver partorito
a Tchimpounga. Lo staff del JGI si era preparato alla sua
reintroduzione in natura, insieme ad altri esemplari, ma dopo la
sua liberazione fu chiaro che aveva ancora bisogno di tempo
prima di essere rilasciata. Nel periodo in cui fu libera,
tuttavia, George rimase incinta ed oggi si prende cura del suo
piccolo all’interno del santuario. Presto i due saranno
trasferiti nel luogo del rilascio.
È per noi molto importante, e meraviglioso, che entrambe, Golfi
e George, si siano dimostrate ottime madri e che i loro cuccioli
avranno l’opportunità di crescere nella foresta, invece che in
piccole gabbie nel giardino di qualcuno.
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© F. Turmo |
KAUKA
Lo staff di Tchimpunga si impegna continuamente per cercare di
migliorare la struttura e le varie attrezzature nel santuario: è
molto importante per quanto riguarda l’arricchimento degli
scimpanzé. A volte è difficile trovare oggetti per la
manipolazione e lo sviluppo degli individui che siano abbastanza
resistenti da durare nel tempo ma non eccessivamente per evitare
che feriscano. Tenere più di 150 scimpanzé occupati tutto il
giorno è un bel lavoro a tempo pieno! Jean Maboto, il
responsabile dello staff, lavora proprio nel programma di
arricchimento. É stato recentemente in Olanda per seguire un
corso specifico ed un esperto è venuto al santuario per tenere
un seminario a tutto lo staff.
Jean e Serge, che si occupano degli scimpanzé più piccoli,
decisero di creare un nuovo giocattolo. Presero dei pezzi di
bambù, che abbiamo in abbondanza intorno alla riserva, li
forarono in vari punti per potervi nascondere noccioline o
popcorn, infine li legarono insieme. Gli scimpanzé sono
costretti a scuotere il nuovo oggetto e rovesciarlo
ripetutamente per ottenere il premio all’interno. Poi, una volta
finito il cibo, i pezzi di bambù legati insieme possono
continuare ad essere utilizzati come un attrezzo. Per esempio
alcuni scimpanzé, i più agili, lo usano come una vera e propria
corda tesa per camminarci sopra.
Durante tutto il tempo, Kauka era lì ad osservare Jean e Serge,
molto probabilmente interrogandosi su cosa stessero facendo. Non
avendo, però, assistito all’esatto momento dell’inserimento
delle noccioline all’interno del bambù, una volta legati insieme
Kauka esattamente come altri, restò particolarmente sorpresa che
vi fosse qualcosa all’interno dei bastoni. Tutti si misero
d’impegno a cercare di tirar fuori ciò che era nascosto. Vedere
i loro sguardi pieni di gioia nel momento in cui si sono resi
conto che si trattava di cibo (noccioline per l’esattezza, il
loro cibo preferito), è stato emozionante quanto vincere al
superenalotto!
Le abilità di Kauka sono migliorate sin dal primo giorno del
programma e adesso non ha alcun problema a trovare il modo di
tirar fuori le noccioline dal bamboo. Cercare di divertire e
stimolare le menti degli scimpanzé, sia giovani che adulti, è un
lavoro a tempo pieno. Mantenersi sempre alla ricerca di nuove
idee con le limitate risorse che ci ritroviamo è probabilmente
un programma d’arricchimento anche per noi dello staff, oltre
che per gli scimpanzé.
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©examiner.com |
Dichiarazione di Jane Goodall sull'uccisione del leone Cecil
“Sono rimasta scioccata e mi sono sentita offesa
nell'ascoltare la storia di Cecil, il leone molto amato in
Zimbabwe. Non solo è per me incomprensibile che qualcuno possa
voler uccidere un animale in pericolo (ci sono meno 20,000 leoni
selvatici oggi in Africa) ma attirare Cecil dalla sicurezza del
parco nazionale e poi spararlo con una balestra ...? I non ho
parole per esprimere la mia ripugnanza. Non è neppure stato
ucciso del tutto, ha sofferto per ore prima di venire finalmente
ucciso del tutto con una pallottola. E la sua magnifica testa
separata dal suo corpo ferito. E questo comportamento è
descritto come "sport". Solo una cosa buona vien fuori da tutto
questo - migliaia di persone hanno e sono rimaste scioccate. I
loro occhi aperti sul lato oscuro della natura umana.
Sicuramente da ora in poi saranno più pronte a lottare per la
protezione degli animali liberi e dell'ambiente in cui vivono.
Qui giace la speranza.”
Jane Goodall, Ph.d., DBE
Fondatrice del Jane Goodall Institute & messaggero di pace ONU.
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©unep |
IL FUTURO DELL’ORANGO DEL
BORNEO
Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite stabilisce che oltre l’80%
del restante habitat degli orango in Borneo potrebbe scomparire
entro il 2080 se le direttive sull’uso del territorio resteranno
le attuali.
Il rapporto, pubblicato da UNEP (il programma ambientale ONU) e
dalla Liverpool John Moores University in collaborazione con la
Great Apes Survival Partnership (GRASP), mostra che la
conversione massiccia delle foreste del Borneo in coltivazioni
per lo sviluppo agricolo, soprattutto di palma da olio, lascerà
il territorio degli orango sempre più frammentato e porterà alla
loro estinzione in diverse aree.
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©New York Times |
Il destino dei 67 scimpanzé in Liberia usati dal NYBC per la ricerca biomedica
Vi aggiorniamo sulla situazione dei 67 scimpanzé (è nato un
nuovo piccolo in questi giorni) in Liberia, usati per ricerche
biomediche dal New York Blood Center (NYBC) e poi abbandonati:
Durante le ultime settimane la americana Human Society (HSUS) ha
inviato all’interno del santuario in Liberia dei collaboratori
esterni incaricati di coordinare quotidianamente la gestione
degli scimpanzé, raccogliere informazioni riguardanti la
conduzione fino ad ora portata avanti dal governo della Liberia
e dal NYBC, ed infine valutare se vi siano evidenze legali che
obblighino il NYBC a prendersi la responsabilità del
mantenimento di questi scimpanzé.
La Human Society (HSUS), il Dr Brian Hare dell’Università di
Duke e il Jane Goodall Institute hanno presentato 185.000 firme
al NYBC, presso la loro sede centrale di New York. Nel corso
della conferenza stampa che tenutasi per l’occasione è stata
letta una dichiarazione della Dr Goodall (link online) da Amanda
Ketterer, membro di Roots&Shoots US National Youth Leadership
Council. Clicca qui per leggere tutta la storia.
Il NYBC ha pronunciato solamente una dichiarazione da quando è
iniziata la campagna pubblica della nostra coalizione. Non ci
sono purtroppo stati progressi per quel che concerne le loro
responsabilità verso i 67 scimpanzé. Nella dichiarazione il NYBC
affermava che il loro supporto agli scimpanzé è sempre e solo
stato a carattere volontario e non hanno mai avuto l’obbligo di
provvedere alla cura di questi animali.
Come sappiamo il NYBC ha cessato di sostenere gli scimpanzé del
santuario di Vilab. Da marzo, HSUS conduce una coalizione di 38
organizzazioni, tra cui il JGI, per fare pressione sul NYBC
affinché ripristini il supporto economico per questi scimpanzé e
per raccogliere fondi per il loro mantenimento.
I 67 scimpanzé, la maggior parte dei quali orfani venduti nei
mercati locali della Liberia, sono stati vittime di trattamenti
medici del tutto invasivi. Dieci anni fa, la ricerca biomedica
era stata sospesa, ed erano stati trasferiti su 6 diverse isole
di un fiume. Le isole, però, sfortunatamente, hanno scarsissima
disponibilità di cibo, e neanche una risorsa di acqua pulita; il
cibo deve essere, infatti, mandato sull’isola quotidianamente.
Per maggiori informazioni contattare:
ssweeney@janegoodall.org.
Call for Support Petition on Change.org
Go Fund Me
Crowdfunding Campaign
Facebook Page
with Regular Updates on the Chimps.
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©repubblica.it |
Contro la sperimentazione
sugli animali
La scienza contraria alla sperimentazione sugli animali e per
una metodologia sperimentale alternativa incontra il Parlamento
europeo.
Margherita D’Amico su Repubblica:
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/05/11/news/vivisezione_ue-114092888/?ref=HRLV-16.
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©jgi - LUC |
L'addomesticamento di scimpanzé causa danni irrisolvibili
Marc Bekoff ci aggiorna
sulle conseguenze del processo di addomesticamento negli
scimpanzé usati nello spettacolo o tenuti come animali
domestici. La maggior parte degli animali mostra un
comportamento anomalo se cresciuti in cattività, specialmente
quando manca l’interazione con altri membri della stessa specie.
Per quanto riguarda gli scimpanzé abbiamo attualmente molti
dettagli sugli effetti di questo processo. In uno studio
condotto da Hani D. Freeman pubblicato nella rivista Peer J e
dal titolo “Le conseguenze della crescita in cattività di
scimpanzé come animali domestici o animali d’attrazione”, emerge
che gli scimpanzé che durante l’infanzia non hanno avuto la
possibilità di interagire con altri simili mostrano un ritardo
nel comportamento sessuale o anomalie in alcune attività
fondamentali come il “grooming”. Tutto ciò influisce
direttamente sulle dinamiche sociali tra gruppi.
Freeman e Ross, nella loro ricerca, hanno studiato 60 individui:
25 maschi e 35 femmine, l’età media era di 21 anni con una
differenza che andava dai 6 ai 54 anni, per un totale di 1385
ore di osservazione. Trentasei individui sono cresciuti in
cattività, come animali domestici o d’attrazione. Adesso,
fortunatamente, si trovano tutti in zoo molto accreditati o in
santuari. Freeman e Ross hanno sviluppato un particolare indice
di misura, cioè “l’interazione Uomo-Scimpanzé” (dall’inglese
CHI). Un indice che rappresenta quanto uno scimpanzé possa
essere influenzato dal contatto diretto con l’uomo in periodi
della sua vita, focalizzato principalmente nei suoi primi 4
anni. Si tratta di un importante strumento che potrebbe essere
facilmente applicato anche in altri studi, permettendo
un’analisi più affidabile a questo riguardo.
Un buon sommario di questo studio si trova in un articolo
scritto da Catherine Griffin dal titolo “Gli scimpanzé
addomesticati soffrono di problemi comportamentali per anni dopo
il contatto con l’uomo”. Il Professor Ross afferma che l’aspetto
più allarmante scaturito dallo studio è che gli effetti
dell’addomesticamento sul comportamento si manifestano nel tempo
e sono di lunga durata. In un altro articolo dal titolo simile
“Gli scimpanzé cresciuti come animali domestici o animali
d’attrazione soffrono di effetti a lungo termine sul loro
comportamento” afferma che sottraendo i piccoli al contatto con
altri membri della specie si determina un forte impatto nel
comportamento che resterà nel corso della loro crescita. Anche
ricevendo da adulti le migliori cure, spesso non riusciranno ad
integrarsi come dovrebbero.”
Ci sono quindi numerosi aspetti rilevanti in questa ricerca.
Prima di tutto, è chiaro il fatto che le prime esperienze di
vita influiscano significativamente sul comportamento
dell’individuo. Gli scimpanzé cresciuti in cattività avranno
bisogno di maggiori attenzioni per risolvere i danni causati da
una crescita inappropriata. Poi, si osserva una notevole
variazione nei comportamenti sociali e sessuali da parte di
questi individui. L’autore specifica “Gli studi futuri
aiuteranno ad identificare quali sono le variabili che
determinano la loro capacità di recupero, cosicché sia possibile
aiutare quegli scimpanzé che presentano maggiori difficoltà ad
integrarsi con i propri simili.” Inoltre, poiché risulta
praticamente impossibile reintrodurre questi individui in
natura, i quali saranno quindi costretti a vivere in cattività,
è fondamentale sviluppare nuove strategie di gestione basate su
profili specifici in modo da soddisfare il più possibile le
esigenze sociali di ogni singolo esemplare.
Questo importante studio costituisce anche uno strumento
empirico molto valido contro i proprietari di scimpanzé o di
altri animali selvatici che non possono garantire quelle
interazioni sociali, attenzioni e cure che gli animali hanno il
bisogno e il diritto di avere. Le persone che hanno avuto
l’opportunità di salvare cani, gatti, cavalli o altri animali da
una condizione inadeguata sanno quanto impegno e quanta
dedizione ci voglia per far ritornare “normali” o almeno vicino
alla normalità quegli animali.
Bekoff si augura che questo studio riceva la massima attenzione,
in particolar modo da parte di quelle persone che lavorano in
ambienti dove ci sono animali cresciuti in cattività. Abbiamo il
dovere di fare del nostro meglio per ognuno di loro, affinché
possano vivere nel miglior modo possibile grazie alle nostre
cure.
https://www.psychologytoday.com/blog/animal-emotions/201409/chimpanzees-former-pets-or-performers-suffer-years
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