ALTRI ANIMALI: ANNO SELEZIONATO 2015

ALTRI ANIMALI

 

UMANITA'

 

 

Tchimpounga Chimpanzee Rehabilitation Center, Republic of Congo
Notizie dal campo: Isabelle, scimpanzé del mese!

Isabelle è giunta al nostro santuario in Congo attraverso un militare di Dolisie, che l’aveva acquistata ad un mercato di carne verso il 2006-2007. A quel tempo non sapeva che fosse illegale il commercio di scimpanzé e portò l’animale a casa sua a Pointe Noire, tenendolo nel cortile retrostante. Davvero non immaginava quanto complesso fosse tenere un giovane scimpanzé come animale domestico. Isabelle creò un bel po’ di scompiglio nel cortile di famiglia e il suo gioco preferito, ad esempio, era terrorizzare le galline con le quali condivideva il cortile. Da Tchimpounga Fernando Turmo, insieme a Debby Cox, ci raccontano che nel 2008, alla morte del suo proprietario, la moglie, realizzando che non fosse possibile occuparsi oltre di Isabelle, contattò le autorità preposte chiedendo loro di prendere lo scimpanzé. Tutto questo accadeva prima dell’avvio della campagna di sensibilizzazione condotta in Congo dal Jane Goodall Institute e prima che le autorità locali avviassero i loro intensi programmi per ridurre il possesso illegale di specie protette. La famiglia fu fortunata perché le autorità furono indulgenti verso di loro e contattarono il nostro staff a Tchimpounga chiedendo se potessero occuparsene. Giunti sul posto lo staff trovò una giovane scimpanzé molto spaventata e confusa. Ma lo staff del Jane Goodall Institute è molto esperto nel prendersi cura di scimpanzé e dopo non molto Isabelle si affidò a Jean Amie, uno dei nostri operatori chiave dell’area dei piccoli appena confiscati.
Dopo un periodo di quarantena iniziale Isabelle fu pian piano integrata nel gruppo dei più giovani. Isabelle è uno scimpanzé che lo staff reputa speciale e tratta come un umano. Nel sistema del credo culturale del sud Congo si ritiene che alla morte l’uomo possa trasformarsi in scimpanzé. Molti dello staff credono che Isabelle sia proprio uno di quelli scimpanzé. È intelligente e comunicativa e per le sue capacità nel socializzare la scegliemmo per vivere con Podive, mentre egli guariva da una malattia che lo aveva tenuto a lungo isolato da altri simili. Non lasciamo mai uno scimpanzé vivere in solitudine e lo staff decise che Isabelle sarebbe stata la compagnia più adatta per Podive. Così è stato per due anni.
Ora Isabelle ha avuto l’opportunità di essere rilasciata nell’isola Tchibebe, dove vive con altri scimpanzé. Ancora una volta grazie alle sue eccellenti capacità nel socializzare e le sue maniere intelligenti lo staff sentiva che si sarebbe adattata all’interno di un nuovo gruppo e avrebbe provveduto a mantenere la stabilità al suo interno anche dopo l’inserimento di altre femmine. Come atteso, Isabelle si è adattata perfettamente al nuovo ambiente dell’isola e alla nuova comunità. Va d’accordo con tutti e con la sua intelligenza e capacità sociali potrà ben divenire una femmina leader della sua comunità.

http://www.iucnredlist.org/details/39853/0
http://www.theguardian.com/science/2015/nov/26/bright-orange-monkey-born-at-sydneys-taronga-zoo-a-rare-francois-langur
http://www.ctvnews.ca/sci-tech/rare-bright-orange-monkey-born-at-australian-zoo-1.2675197

 

Il raro entello Langur di Francois

E’ venuto alla luce da poche settimane un piccolo di raro entello, il langur di Francois (Trachypithecus francoisi), allo zoo Toronga di Sidney, in Australia. Si tratta di una specie minacciata di estinzione, in natura ne restano circa solo 800 nel sud della Cina e nel nord del Vietnam. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) spiega che la popolazione di Langur di Francois rischia di estinguersi poiché negli ultimi 36 anni (tre generazioni) si è ridotta di almeno il 50% a causa soprattutto della distruzione del suo habitat e della caccia. La caccia in Vietnam avviene principalmente per farne medicine tradizionali, a volte è mangiato come selvaggina. L’isolamento delle popolazioni del Langur di Francois dovuto alla frammentazione del suo habitat naturale distrutto per fare coltivazioni agricole o carbone è un’altra delle cause che minacciano la vitalità genetica delle piccole popolazioni sparse in Vietnam. Benché protetta, la specie è soggetta a traffico illegale, trasportata e commercializzata in Cina dal Vietnam per preparare un cosiddetto “vino di scimmia nera”. Da adulti questi entelli hanno un manto nero lucidissimo con alcuni ciuffi bianchi o gialli. Sulla testa hanno una cresta molto caratteristica. Sono scimmie diurne che si spostano sia sugli alberi che sul terreno. Emettono vocalizzazioni specifiche, come quelle dei piccoli durante il gioco o il richiamo per definire il proprio territorio. Per la notte si ripara nelle grotte lungo rupi carsiche, alcuni gruppi di Lamur di Francois usano quattro diversi tipi di grotte in base alle condizioni meteo e alla disponibilità di cibo.

http://www.iucnredlist.org/details/39853/0
http://www.theguardian.com/science/2015/nov/26/bright-orange-monkey-born-at-sydneys-taronga-zoo-a-rare-francois-langur
http://www.ctvnews.ca/sci-tech/rare-bright-orange-monkey-born-at-australian-zoo-1.2675197

Guardando all’orso polare: minacciato dallo scioglimento dei ghiacci

Il JGI Italia sostiene la campagna che pone l’attenzione sull’Orso polare (Ursus maritimus) chiedendo con World Heritage International l’aggiornamento nella lista CITES (Convenzione Internazionale contro il traffico illegale delle specie) di questa specie, in particolare l’inserimento in Appendice I. Ogni tre anni la commissione CITES riunisce una Conferenza delle Parti per rivedere lo stato di conservazione e fare il punto sulla illegalità dei traffici commerciali , per la protezione di fauna e flora internazionali. L’orso polare, come gli altri orsi, fu incluso nel 1975 nella Appendice II della CITES, tra quelle specie (il 96% di tutte quelle listate dalla Convenzione) che non sono necessariamente minacciate di estinzione ma potrebbero divenirlo in un tempo relativamente breve, se il loro commercio non è strettamente regolamentato. Si calcolano 20.000-25.000 orsi tra Canada, Norvegia, Circa 400-500 orsi polari vengono cacciati ogni anno per la pelliccia e per trofeo. La sostenibilità biologica dell’orso polare e il suo commercio sono oggi dibattuti soprattutto a causa dell’impatto che i cambiamenti climatici hanno sul ghiaccio polare, che costituisce l’habitat di questo orso. Le ONG, guidate da World Heritage International chiedono che la prossima commissione CITES, che si riunirà nel 2016, inserisca l’orso polare nella Appendice I. Meno del 3% delle specie listate dalla CITES sono incluse nella Appendice I delle specie minacciate di estinzione, proibendone essenzialmente il commercio/traffico.

www.whint.org
https://cites.org/eng/news/sg/2013/20131204_polar-bear.php
https://www.cites.org/eng/cop/16/prop/E-CoP16-Prop-03.pdf
https://www.ec.gc.ca/nature/default.asp?lang=En&n=A997D1CC-1
http://www.polarbearsinternational.org/about-polar-bears/faqs#what
http://www.iucn.org/knowledge/news/?8494/Action-now-to-save-polar-bears
https://www.change.org/p/the-canadian-government-stop-the-legal-slaughter-of-polar-bears-by-trophy-hunters

La vita a Tchimpounga
Notizie dal Santuario JGI in Congo

In condizioni normali l’interazione tra staff e scimpanzé adulti avviene attraverso “contatti protetti”, quindi con l’uso di recinzioni o barriere, che permettono la gestione degli animali nella più totale sicurezza per entrambi. Solo in determinate circostanze è necessario un “contatto non protetto”, senza barriere o recinzioni fra l’esemplare e l’uomo. Gestire degli scimpanzé in un santuario come Tchimpounga, con 155 individui, non è poi così semplice. Ogni considerazione ed ogni sforzo fatti sono proiettati a garantir in primo luogo la sicurezza degli animali e dello staff. Coloro che lavorano con gli scimpanzé a Tchimpounga hanno un ruolo fondamentale nel loro sviluppo e vengono considerati parte della famiglia del Centro. La struttura è accuratamente predisposta per permettere agli scimpanzé di crescere in un ambiente il più “naturale” possibile. Lo staff è adeguatamente formato e i guardiani lavorano sempre in squadra. Come tali, non mettono mai a rischio né loro né gli scimpanzé, ed è per questo che in alcune pratiche standard, in determinate circostanze, gli viene consentito di interagire con gli animali senza alcuna protezione...

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Giornata Internazionale per la tutela del RINOCERONTE

La distruzione del loro habitat e le uccisioni per il traffico illegale del loro corno stanno portando i rinoceronti all’estinzione. Cogliamo l’occasione e in questa giornata internazionale informiamoci e sensibilizziamo i cittadini e gli studenti sulla barbarie di questo traffico e la necessità di impegnarci per la sopravvivenza del rinoceronte. Tutti possiamo fare qualcosa per salvare le specie in pericolo.
ASCOLTA IL VIDEOMESSAGGIO DI JANE GOODALL.

Elefanti e Rinoceronti hanno bisogno di TE
VIDEO MESSAGGIO TRADOTTO qui di seguito

Gli elefanti ed i rinoceronti hanno bisogno di te. Lo saprai sicuramente, il bracconaggio sta aumentando esponenzialmente. In Africa, elefanti e rinoceronti vengono uccisi ogni giorno, semplicemente per le loro zanne ed i loro corni. Se non fermiamo immediatamente questo processo, diventeranno presto specie estinte. Il 3 Ottobre tutti coloro che hanno a cuore questo argomento, dai più giovani ai più anziani, scenderanno in piazza e nelle strade a camminare in una marcia di solidarietà per mostrare il loro sdegno per questo massacro. Il 12 Agosto è stata la giornata mondiale degli Elefanti, il 22 Settembre quella dei Rinoceronti. Ho personalmente condiviso commenti e post per celebrare queste giornate e potete trovarli sul mio blog: www.janegoodall.org/category/blog-category/-road-jane.
I Rinoceronti, sia in Africa che in Asia, hanno bisogno di aiuto. Insieme alla continua riduzione del loro habitat, la caccia ed il commercio illegale dei loro corni li sta portando sempre più vicini all’estinzione. I Rangers che lavorano sul campo rischiano la loro vita ogni giorno per la protezione e conservazione degli animali, ma quando vengono coinvolte cifre di denaro significativamente alte, le organizzazioni criminali internazionali scendono in campo con elicotteri e altri armamenti coi quali è difficile competere. In realtà, molti ranger perdono la loro vita. È di fondamentale importanza supportare i tentativi per educare le popolazioni locali, che vivono in quei territori. Ed è di fondamentale importanza impegnarsi nel tentativo di eliminare del tutto la richiesta di corno di Rinoceronte, specialmente in Vietnam, dove lo usano per scopi medicinali, ovviamente non corretti. Fortunatamente però, sempre più persone si stanno accorgendo di questa terribile situazione. Ci sono tantissime organizzazioni in tutto il mondo che si impegnano nella protezione dei rinoceronti, supportando il lavoro sul campo, raccogliendo fondi, incrementando la divulgazione. Spero che riuscirai a fare il tuo meglio per contribuire. Non ho mai visto rinoceronti in Asia, ma ho trascorso molte ore osservando sia il rinoceronte bianco che quello nero in Africa. Sono parte del paesaggio Africano, e sarebbe una vera e propria tragedia permettere la loro estinzione.
Un'altra cosa che può sembrare strana è che le persone pensano che i rinoceronti siano stupidi e sgraziati. Questo non è vero assolutamente! Lo può dimostrare il seguente episodio. Ero con il Dr. Leaky e gli altri, durante il mio primo safari in Africa, eravamo diretti verso la ormai famosa Olduvai Gorge. A quel tempo non era stato trovato ancora nessuno dei famosi fossili di ominidi, nessuno sapeva di quel posto, era completamente selvaggio, l’incontaminata Africa. Un rinoceronte, chiamato Gertrude dal Dr. Leaky, stava sempre vicino, abituato a stare al solito posto. Era una femmina, ed andava pazza per l’ananas! Quindi un giorno ci fermammo, lasciammo un po’ di ananas a terra e restammo ad osservare da una certa distanza: riuscì ad avvicinarsi per gustare il suo raro e delizioso premio!
Se vuoi farti veramente affascinare, clicca su Google “Mechi the painting rhino” e guarda il primo post. Recentemente ho avuto l’occasione di visitare un cucciolo di Rinoceronte bianco nato nel Lion country Safari negli Stati Uniti. Mentre osservavamo la madre col cucciolo, due esemplari adulti si avvicinarono per capire cosa stesse succedendo. Sono animali molto curiosi!
Se puoi, prova a partecipare alla marcia più vicina a te. (http://www.march4elephantsandrhinos.org/2015-cities.html) Nel caso in cui non fosse stata organizzata nessuna marcia vicino alla tua zona, puoi creare tu stesso un evento, anche se piccolo. Coinvolgi un gruppo di amici, e mostra un cartello od uno striscione. Ci saranno sicuramente molte informazioni a riguardo, scopri di più sull’orribile situazione che sta andando avanti e divulga il messaggio il più possibile. Puoi usare Facebook, Twitter ed altri social media, sono strumenti potentissimi. NON possiamo permettere la loro estinzione senza nemmeno un piccolo sforzo per aiutarli. Se potessi partecipare ad uno dei vari eventi intorno al mondo, lo farei sicuramente. Sarò con te con lo spirito, e ti ringrazio.


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Arrestato in Guinea uno dei maggiori trafficanti di antropomorfe

Il Partenariato internazionale per la Sopravvivenza delle Grandi Scimmie (GRASP) accoglie con soddisfazione il recente arresto del precedente direttore del settore wildlife della Guinea che si ritiene responsabile di aver giocato un ruolo chiave nell’esportazione illegale di centinaia di scimpanzé e altri animali selvatici provenienti dall’Africa occidentale a partire dal 2008.
Ansoumane Doumbouya, che è stato anche rappresentante presso le autorità della Guinea della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e di flora selvatiche minacciate di estinzione (CITES), è stato arrestato il 21 agosto in seguito ad una lunga indagine sotto copertura condotta dalla rete EAGLE (Eco Activists for Governance and Law Enforcement), da Guinea-Applicazione Legge sulla Fauna (GALF) e dall’ufficio centrale (BCN) dell’Interpol. Se giudicato colpevole, Doumbouya rischia fino a 10 anni di prigione.
Il dossier di accusa contro Doumbouya, attualmente detenuto presso la prigione di Conakry, ha inoltre condotto all’arresto di un altro presunto trafficante internazionale, Thierno Barry, che si suppone di aver esportato illegalmente varie specie protette verso l’Asia nel corso degli anni.
«Si tratta di un avvenimento capitale nella lotta contro la corruzione e la complicità di corruzione che favorisce il traffico illegale delle specie selvatiche,» ha dichiarato Charlotte Houpline, presidente del progetto GALF de WARA, che ha assistito all’operazione. «Siamo molto soddisfatti del messaggio forte inviato dal governo guineano. Il circolo vizioso dell’impunità è stato spezzato.»
http://www.un-grasp.org/grasp-hails-arrest-of-major-guinea-ape-trafficker/ 
http://www.wara-enforcement.org/.


©JGI-EFP

Migliorare la condizione delle antropomorfe in cattività
con la pittura e la musica

Si può fare di più per i primati in cattività sollecitando le loro capacità intellettive e sollevandoli, almeno in parte, dalla noia alla quale sono costretti. La psicologa e psicoterapeuta Mariangela Ferrero lavora con scimpanzé e altri primati per migliorare la loro condizione attraverso la pittura e la musica. Il poster presentato dalla dottoressa Ferrero al congresso della European Federation for Primatology illustra la risposta di apprezzamento nei primati in cattività alla attività di arricchimento basata sul libero uso della pittura e della musica all'interno delle gabbie.





© F. Turmo

Mambou nella foresta

Dal JGI Tchimpounga Rehabilitation Center in Congo, Fernando Turmo ci aggiorna sul giovane Mambou che ogni mattina, con il suo gruppo, viene rilasciato nella foresta vicina per trascorrere l’intera giornata. Questo permette agli scimpanzé di imparare a vivere nella foresta e prepararsi al giorno in cui li potremo liberare definitivamente in natura. Nella foresta i giovani scimpanzé imparano a riconoscere le varietà di piante selvatiche di cui cibarsi, si arrampicano sugli alberi e iniziano ad avere contatto con altri animali. Mambou è un esemplare abbastanza carismatico, gli piace prendere l’iniziativa e si apposta per essere il primo nel suo gruppo ad attraversare la porta per gettarsi nella savana.
É veramente curioso vedere così tanti scimpanzé darsi addosso cercando di uscire dalla porta tutti nello stesso istante. È una fuga precipitosa! Una volta usciti dalla recinzione, i ragazzi dello staff cercano di tenerli vicini per avviarsi all’ingresso della foresta, non permettendogli di scorrazzare troppo in giro per il territorio. Assomiglia molto alla scena di un asilo, quando gli insegnanti cercano di tenere concentrati dei bambini per farsi ascoltare. Come coi bambini, mantenere l’attenzione di giovani scimpanzé è una bella sfida, specialmente quando sono così curiosi del mondo attorno a loro! Mambou e i suoi amici amano questa parte della giornata e giocano ad inseguirsi l’un con l’altro, rotolandosi nella distesa erbosa in direzione della foresta. A Mambou piace prendere spesso il comando del gruppo e si muove molto velocemente per essere il primo ad arrivare nella foresta. Questo suo comportamento complica il lavoro dei ragazzi che si devono destreggiare tra il resto del gruppo che continua a giocare durante il percorso prendendo il proprio tempo e Mambou nella sua missione di arrivare in foresta per primo!
Pochi giorni fa, il gruppo di Mambou ha ricevuto visite inaspettate. D’improvviso, i giovani scimpanzé hanno udito vocalizzi di altri scimpanzé provenienti dall’interno della foresta. Hanno riconosciuto subito che quelle voci non venivano dal loro stesso gruppo ma appartenevano a scimpanzé selvatici. Il santuario, infatti, è situato nella Riserva Naturale Tchimpounga che ospita una popolazione di scimpanzé. Si spostano abitualmente all’interno della riserva e, per un periodo, si sono trovati proprio nella zona dove Mambou e i suoi compagni giocano. Immediatamente Mambou è corso vicino ad un ragazzo dello staff, seguito subito dal resto del gruppo. Tutti stretti il più possibile a noi per sentirsi più protetti ... A questo punto i guardiani han fatto un veloce conteggio per assicurarsi che non mancasse nessuno e rapidamente, per sicurezza, ci siamo incamminati verso il santuario. Mambou, ovviamente, era in testa al gruppo!
Gli scimpanzé sono animali molto territoriali, è per questo che gli individui di differenti gruppi tendono a non interagire fra loro. Potrebbe essere molto pericoloso l’incontro fra due esemplari appartenenti a gruppi diversi. Per quanto riguarda il gruppo di giovani scimpanzé, ci occupiamo di loro con estrema attenzione e garantendo la loro sicurezza, affinché non debbano trovarsi a lottare per la sopravvivenza, ad esempio incontrando un maschio adulto che vede nei giovani scimpanzé una minaccia al suo territorio e al suo status.


© F. Turmo

Notizie da Tchimpounga : la giovane Anzac

A Tchimpounga Anzac continua a crescere, non è più un cucciolo oramai, è entrata nella fase della giovinezza e considerando i suoi standard di crescita diventerà uno scimpanzé molto alto. Anzac è senza un braccio; pensiamo che l’abbia perso nel periodo in cui fu catturata dai bracconieri, quando era ancora piccola. Ma nonostante abbia un braccio solo Anzac ha sempre dimostrato e dimostra tutt’ora grandissime abilità nell’arrampicarsi sugli alberi, o sulle strutture costruite apposta per gli scimpanzé nel santuario. Inoltre, ha un appetito imparagonabile, è continuamente affamata e mangia un sacco di frutta in più rispetto agli altri esemplari della stessa età e dimensioni. Questo la aiuta a crescere in ottima forma e in piena salute.
Appena Anzac vede i ragazzi dello staff avvicinarsi alle recinzioni del suo gruppo con il latte nei biberon, si precipita immediatamente al cancello e afferra la sua bottiglia con la mano destra, e poi la ripone sotto ciò che rimane del braccio sinistro. Usa il suo braccio come una morsa, così che lo trasporta in un posto tranquillo per berlo in piena beatitudine. Una volta finito, proverà a rubare un’altra bottiglia da qualcuno dei suoi compagni. Questo ovviamente causa problemi, quindi lo staff deve preoccuaprsi di tenerla sotto controllo e a giusta distanza dagli altri, così che possano finire il loro latte in tranquillità. Anzac non è assolutamente d’accordo su questi provvedimenti e infatti a volte si mette a piangere proprio come un bambino. Spesso i suoi capricci funzionano e le viene concessa una nuova bottiglia tutta per lei!
Anzac e i suoi compagni trascorrono del tempo con La Vielle, la nostra scimpanzé più anziana, che si comporta come una madre o una zia premurosa per tanti cuccioli di scimpanzé. Uno dei giochi preferiti dei più piccoli è la palla, che usano fra loro per giocare a … “calcio”. Spesso, durante i loro giochi, la palla colpisce la povera La Vielle. Non ne rimane troppo frastornata ma si può innervosire, come farebbe un qualsiasi uomo adulto se colpito per caso dalla palla dei loro bambini. Anzac, furba, quando la palla colpisce La Vielle aspetta che la malcapitata si sia spostata prima di recuperarla, evitando così di essere sgridata!
Ogni giorno, eccetto quando piove, i giovani scimpanzé vengono portati insieme ad un altro gruppo nella foresta. É estremamente divertente ed eccitante per loro, poiché hanno molti nuovi compagni con cui giocare e molte altre femmine più adulte che amano giocare come sorelle maggiori con i più piccoli. Ciò significa, anche, essere trasportati in giro.




© F. Turmo

Il piccolo di Golfi e la piccola di George
al JGI Tchimpounga Rehabilitation Sanctuary in Congo

Essendo un santuario, il Jane Goodall Institute cerca di offrire agli scimpanzé del Centro di Riabilitazione Tchimpounga un ambiente il più naturale possibile. In natura gli scimpanzé vivono in gruppi misti, di conseguenza anche a Tchimpounga i gruppi includono entrambi i sessi. Ogni femmina all’interno di questi gruppi è seguita secondo un protocollo contraccettivo per prevenire gravidanze. I piccoli nati in cattività, infatti, hanno basse probabilità di sopravvivere in natura, per questo il JGI si batte per prevenire le nascite in cattività. Attraverso l’uso di misure contraccettive, il JGI prende tutte le possibili precauzioni contro l’accoppiamento accidentale degli scimpanzé.
Fernando Turmo ci racconta dal santuario del Jane Goodall Institute in Congo di Golfi, rimasta incinta prima di giungere a Tchimpounga, nel periodo in cui faceva parte di un programma di “rilascio in libertà” di un’altra associazione. In quel periodo Golfi non ricevette tutte le misure contraccettive del caso e rimase incinta. Trasferita a Tchimpounga, Golfi ha dato da poco alla luce un piccolo e vive sull’isola di Tchibebe insieme agli altri scimpanzé sotto la protezione del JGI. Subito dopo la nascita, madre e figlio furono inseriti in un gruppo più piccolo, per favorire il loro adattamento il più tranquillamente possibile. Il cucciolo è stato chiamato “Guy” da un ragazzo dello staff che si è preso cura di Golfi per molti anni. Guy è in ottima forma e Golfi sta dimostrando di essere un’ottima madre.
Una seconda nascita inaspettata si è avuta da “George”, una femmina di mandrillo che sarà rilasciata in natura nei prossimi mesi. George ha dato alla luce una piccola alcuni mesi fa ed è la seconda fra le nostre femmine di mandrillo ad aver partorito a Tchimpounga. Lo staff del JGI si era preparato alla sua reintroduzione in natura, insieme ad altri esemplari, ma dopo la sua liberazione fu chiaro che aveva ancora bisogno di tempo prima di essere rilasciata. Nel periodo in cui fu libera, tuttavia, George rimase incinta ed oggi si prende cura del suo piccolo all’interno del santuario. Presto i due saranno trasferiti nel luogo del rilascio.
È per noi molto importante, e meraviglioso, che entrambe, Golfi e George, si siano dimostrate ottime madri e che i loro cuccioli avranno l’opportunità di crescere nella foresta, invece che in piccole gabbie nel giardino di qualcuno.


© F. Turmo

KAUKA

Lo staff di Tchimpunga si impegna continuamente per cercare di migliorare la struttura e le varie attrezzature nel santuario: è molto importante per quanto riguarda l’arricchimento degli scimpanzé. A volte è difficile trovare oggetti per la manipolazione e lo sviluppo degli individui che siano abbastanza resistenti da durare nel tempo ma non eccessivamente per evitare che feriscano. Tenere più di 150 scimpanzé occupati tutto il giorno è un bel lavoro a tempo pieno! Jean Maboto, il responsabile dello staff, lavora proprio nel programma di arricchimento. É stato recentemente in Olanda per seguire un corso specifico ed un esperto è venuto al santuario per tenere un seminario a tutto lo staff.
Jean e Serge, che si occupano degli scimpanzé più piccoli, decisero di creare un nuovo giocattolo. Presero dei pezzi di bambù, che abbiamo in abbondanza intorno alla riserva, li forarono in vari punti per potervi nascondere noccioline o popcorn, infine li legarono insieme. Gli scimpanzé sono costretti a scuotere il nuovo oggetto e rovesciarlo ripetutamente per ottenere il premio all’interno. Poi, una volta finito il cibo, i pezzi di bambù legati insieme possono continuare ad essere utilizzati come un attrezzo. Per esempio alcuni scimpanzé, i più agili, lo usano come una vera e propria corda tesa per camminarci sopra.
Durante tutto il tempo, Kauka era lì ad osservare Jean e Serge, molto probabilmente interrogandosi su cosa stessero facendo. Non avendo, però, assistito all’esatto momento dell’inserimento delle noccioline all’interno del bambù, una volta legati insieme Kauka esattamente come altri, restò particolarmente sorpresa che vi fosse qualcosa all’interno dei bastoni. Tutti si misero d’impegno a cercare di tirar fuori ciò che era nascosto. Vedere i loro sguardi pieni di gioia nel momento in cui si sono resi conto che si trattava di cibo (noccioline per l’esattezza, il loro cibo preferito), è stato emozionante quanto vincere al superenalotto!
Le abilità di Kauka sono migliorate sin dal primo giorno del programma e adesso non ha alcun problema a trovare il modo di tirar fuori le noccioline dal bamboo. Cercare di divertire e stimolare le menti degli scimpanzé, sia giovani che adulti, è un lavoro a tempo pieno. Mantenersi sempre alla ricerca di nuove idee con le limitate risorse che ci ritroviamo è probabilmente un programma d’arricchimento anche per noi dello staff, oltre che per gli scimpanzé.


©examiner.com

Dichiarazione di Jane Goodall sull'uccisione del leone Cecil

Sono rimasta scioccata e mi sono sentita offesa nell'ascoltare la storia di Cecil, il leone molto amato in Zimbabwe. Non solo è per me incomprensibile che qualcuno possa voler uccidere un animale in pericolo (ci sono meno 20,000 leoni selvatici oggi in Africa) ma attirare Cecil dalla sicurezza del parco nazionale e poi spararlo con una balestra ...? I non ho parole per esprimere la mia ripugnanza. Non è neppure stato ucciso del tutto, ha sofferto per ore prima di venire finalmente ucciso del tutto con una pallottola. E la sua magnifica testa separata dal suo corpo ferito. E questo comportamento è descritto come "sport". Solo una cosa buona vien fuori da tutto questo - migliaia di persone hanno e sono rimaste scioccate. I loro occhi aperti sul lato oscuro della natura umana. Sicuramente da ora in poi saranno più pronte a lottare per la protezione degli animali liberi e dell'ambiente in cui vivono. Qui giace la speranza.”

Jane Goodall, Ph.d., DBE
Fondatrice del Jane Goodall Institute & messaggero di pace ONU.


©unep

IL FUTURO DELL’ORANGO DEL BORNEO

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite stabilisce che oltre l’80% del restante habitat degli orango in Borneo potrebbe scomparire entro il 2080 se le direttive sull’uso del territorio resteranno le attuali.
Il rapporto, pubblicato da UNEP (il programma ambientale ONU) e dalla Liverpool John Moores University in collaborazione con la Great Apes Survival Partnership (GRASP), mostra che la conversione massiccia delle foreste del Borneo in coltivazioni per lo sviluppo agricolo, soprattutto di palma da olio, lascerà il territorio degli orango sempre più frammentato e porterà alla loro estinzione in diverse aree.


©New York Times

Il destino dei 67 scimpanzé in Liberia usati dal NYBC per la ricerca biomedica

Vi aggiorniamo sulla situazione dei 67 scimpanzé (è nato un nuovo piccolo in questi giorni) in Liberia, usati per ricerche biomediche dal New York Blood Center (NYBC) e poi abbandonati:
Durante le ultime settimane la americana Human Society (HSUS) ha inviato all’interno del santuario in Liberia dei collaboratori esterni incaricati di coordinare quotidianamente la gestione degli scimpanzé, raccogliere informazioni riguardanti la conduzione fino ad ora portata avanti dal governo della Liberia e dal NYBC, ed infine valutare se vi siano evidenze legali che obblighino il NYBC a prendersi la responsabilità del mantenimento di questi scimpanzé.
La Human Society (HSUS), il Dr Brian Hare dell’Università di Duke e il Jane Goodall Institute hanno presentato 185.000 firme al NYBC, presso la loro sede centrale di New York. Nel corso della conferenza stampa che tenutasi per l’occasione è stata letta una dichiarazione della Dr Goodall (link online) da Amanda Ketterer, membro di Roots&Shoots US National Youth Leadership Council. Clicca qui per leggere tutta la storia.
Il NYBC ha pronunciato solamente una dichiarazione da quando è iniziata la campagna pubblica della nostra coalizione. Non ci sono purtroppo stati progressi per quel che concerne le loro responsabilità verso i 67 scimpanzé. Nella dichiarazione il NYBC affermava che il loro supporto agli scimpanzé è sempre e solo stato a carattere volontario e non hanno mai avuto l’obbligo di provvedere alla cura di questi animali.
Come sappiamo il NYBC ha cessato di sostenere gli scimpanzé del santuario di Vilab. Da marzo, HSUS conduce una coalizione di 38 organizzazioni, tra cui il JGI, per fare pressione sul NYBC affinché ripristini il supporto economico per questi scimpanzé e per raccogliere fondi per il loro mantenimento.
I 67 scimpanzé, la maggior parte dei quali orfani venduti nei mercati locali della Liberia, sono stati vittime di trattamenti medici del tutto invasivi. Dieci anni fa, la ricerca biomedica era stata sospesa, ed erano stati trasferiti su 6 diverse isole di un fiume. Le isole, però, sfortunatamente, hanno scarsissima disponibilità di cibo, e neanche una risorsa di acqua pulita; il cibo deve essere, infatti, mandato sull’isola quotidianamente. Per maggiori informazioni contattare: ssweeney@janegoodall.org.

Call for Support Petition on Change.org
Go Fund Me Crowdfunding Campaign
Facebook Page with Regular Updates on the Chimps.


©repubblica.it

Contro la sperimentazione sugli animali

La scienza contraria alla sperimentazione sugli animali e per una metodologia sperimentale alternativa incontra il Parlamento europeo.

Margherita D’Amico su Repubblica:
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/05/11/news/vivisezione_ue-114092888/?ref=HRLV-16.


©jgi - LUC

L'addomesticamento di scimpanzé causa danni irrisolvibili

Marc Bekoff ci aggiorna sulle conseguenze del processo di addomesticamento negli scimpanzé usati nello spettacolo o tenuti come animali domestici. La maggior parte degli animali mostra un comportamento anomalo se cresciuti in cattività, specialmente quando manca l’interazione con altri membri della stessa specie. Per quanto riguarda gli scimpanzé abbiamo attualmente molti dettagli sugli effetti di questo processo. In uno studio condotto da Hani D. Freeman pubblicato nella rivista Peer J e dal titolo “Le conseguenze della crescita in cattività di scimpanzé come animali domestici o animali d’attrazione”, emerge che gli scimpanzé che durante l’infanzia non hanno avuto la possibilità di interagire con altri simili mostrano un ritardo nel comportamento sessuale o anomalie in alcune attività fondamentali come il “grooming”. Tutto ciò influisce direttamente sulle dinamiche sociali tra gruppi.
Freeman e Ross, nella loro ricerca, hanno studiato 60 individui: 25 maschi e 35 femmine, l’età media era di 21 anni con una differenza che andava dai 6 ai 54 anni, per un totale di 1385 ore di osservazione. Trentasei individui sono cresciuti in cattività, come animali domestici o d’attrazione. Adesso, fortunatamente, si trovano tutti in zoo molto accreditati o in santuari. Freeman e Ross hanno sviluppato un particolare indice di misura, cioè “l’interazione Uomo-Scimpanzé” (dall’inglese CHI). Un indice che rappresenta quanto uno scimpanzé possa essere influenzato dal contatto diretto con l’uomo in periodi della sua vita, focalizzato principalmente nei suoi primi 4 anni. Si tratta di un importante strumento che potrebbe essere facilmente applicato anche in altri studi, permettendo un’analisi più affidabile a questo riguardo.
Un buon sommario di questo studio si trova in un articolo scritto da Catherine Griffin dal titolo “Gli scimpanzé addomesticati soffrono di problemi comportamentali per anni dopo il contatto con l’uomo”. Il Professor Ross afferma che l’aspetto più allarmante scaturito dallo studio è che gli effetti dell’addomesticamento sul comportamento si manifestano nel tempo e sono di lunga durata. In un altro articolo dal titolo simile “Gli scimpanzé cresciuti come animali domestici o animali d’attrazione soffrono di effetti a lungo termine sul loro comportamento” afferma che sottraendo i piccoli al contatto con altri membri della specie si determina un forte impatto nel comportamento che resterà nel corso della loro crescita. Anche ricevendo da adulti le migliori cure, spesso non riusciranno ad integrarsi come dovrebbero.”
Ci sono quindi numerosi aspetti rilevanti in questa ricerca. Prima di tutto, è chiaro il fatto che le prime esperienze di vita influiscano significativamente sul comportamento dell’individuo. Gli scimpanzé cresciuti in cattività avranno bisogno di maggiori attenzioni per risolvere i danni causati da una crescita inappropriata. Poi, si osserva una notevole variazione nei comportamenti sociali e sessuali da parte di questi individui. L’autore specifica “Gli studi futuri aiuteranno ad identificare quali sono le variabili che determinano la loro capacità di recupero, cosicché sia possibile aiutare quegli scimpanzé che presentano maggiori difficoltà ad integrarsi con i propri simili.” Inoltre, poiché risulta praticamente impossibile reintrodurre questi individui in natura, i quali saranno quindi costretti a vivere in cattività, è fondamentale sviluppare nuove strategie di gestione basate su profili specifici in modo da soddisfare il più possibile le esigenze sociali di ogni singolo esemplare.
Questo importante studio costituisce anche uno strumento empirico molto valido contro i proprietari di scimpanzé o di altri animali selvatici che non possono garantire quelle interazioni sociali, attenzioni e cure che gli animali hanno il bisogno e il diritto di avere. Le persone che hanno avuto l’opportunità di salvare cani, gatti, cavalli o altri animali da una condizione inadeguata sanno quanto impegno e quanta dedizione ci voglia per far ritornare “normali” o almeno vicino alla normalità quegli animali.
Bekoff si augura che questo studio riceva la massima attenzione, in particolar modo da parte di quelle persone che lavorano in ambienti dove ci sono animali cresciuti in cattività. Abbiamo il dovere di fare del nostro meglio per ognuno di loro, affinché possano vivere nel miglior modo possibile grazie alle nostre cure.

https://www.psychologytoday.com/blog/animal-emotions/201409/chimpanzees-former-pets-or-performers-suffer-years

 

 

 

 
 

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